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I Vivarini

Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 20 febbraio - 5 giugno 2016
mostra a cura di Giandomenico Romanelli

La bottega dei Vivarini è senza alcun dubbio uno dei pilastri portanti della pittura veneziana e veneta tra la metà del Quattrocento e i primissimi anni del secolo successivo. Essa prende il nome, come è noto, dalla famiglia di artigiani e artisti operante nell'isola di Murano soprattutto nel ramo del vetro e delle vetrate ma ricca di esperienze e impegni anche nel settore della decorazione, del mosaico e della pittura.
Gli esponenti che diedero vita e celebrità a questo atelier di stampo familiare ma ricco di seguaci e collaboratori, furono Antonio e il fratello Bartolomeo e il figlio di Antonio, Alvise. Tra il 1440 e per circa un decennio, al capo dell'atelier, Antonio, fu associato il cognato Giovanni di Alemagna, figura di artista ancora oggi non del tutto messa in luce nelle sue competenze e caratteristiche a fianco di Antonio, assieme al quale, per altro, firma una serie di polittici di importanza assai rilevante. Alcuni ritengono che Giovanni abbia curato soprattutto la parte decorativa, lasciando ad Antonio le parti più propriamente pittoriche.
Condivisa inizialmente la caratterizzazione tardo gotica dell'ultimo Trecento veneziano, internazionale e cortese, Antonio Vivarini mostra di essere sensibile alle sollecitazioni toscane e lombarde portate nel veneto da artisti (come Masolino, Lippi, Del Castagno...) aggiornate sulle più recenti ricerche avviate da un incipiente rinascimento ancora sommesso e 'umbratile' (Longhi) ma certo anticipatore della rivoluzione in atto nei centri maggiormente toccati dal nuovo clima.
Nè si può in alcun modo sottovalutare il ruolo giocato dagli artisti attivi a Padova, a iniziare dal grande Donatello. Qui, attorno alla figura atipica e seducente di Squarcione e alla sua vivacissima
cerchia, furono chiamati anche Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna che si trovarono a lavorare accanto a Mantegna, condividendone la passione antiquariale e archeologica che lascerà profonde tracce nella produzione dell'intero atelier.
Antonello da Messina e la pittura nordica e fiamminga costituirono l'altro irrinunciabile caposaldo nella cultura dei Vivarini dove soprattutto Bartolomeo mostra di accogliere suggestioni e indicazioni da un certo realismo a tratti quasi 'espressionista' nei bei volti segnati e scavati dei suoi santi così come in una natura dalle cromie laccate e iridescenti. Il più giovane Alvise, infine, mostra una particolare attenzione all'evoluzione dei linguaggi pittorici veneti a fine secolo e all'esordio del nuovo: da Giovanni Bellini a Carpaccio, da Basaiti addirittura a Giorgione.
La mostra, la prima in assoluto e da sempre dedicata ai Vivarini, intende segnare il percorso artistico di questa straordinaria 'bottega', dagli esordi ancora tardo gotici ai suoi esiti più propriamente umanistico-rinascimentali, attraverso una selezione di opere che consenta di apprezzare l'apporto specifico e inconfondibile del loro lavoro al più vasto universo del primo rinascimento veneziano e veneto, portando opere che possono essere considerate in qualche misura i 'fossili guida' del loro itinerario culturale e d'arte, sia in ciò che essi ebbero a condividere con gli artisti del loro tempo (i Bellini su tutti) sia in ciò per cui essi si distinguono nella loro preziosa rêverie da altre strade e altri filoni pittorici.
Particolare attenzione sarà riservata alla disseminazione delle loro opere su un territorio che è essenzialmente veneto (e si proporranno anche questa volta adeguati percorsi di scoperta e ri-scoperta di opere vivariniane e di loro seguaci sparse sul territorio del coneglianese e della Marca); ma che giunge a toccare le terre adriatiche e, con una presenza massiccia, il meridione d'Italia e, in particolare, la Puglia.

BIBLIOGRAFIA
Rodolfo Pallucchini, I Vivarini (Antonio, Bartolomeo, Alvise), Neri Pozza, Venezia, (1961).
John Steer, Alvise Vivarini. His art and influence, Cambridge University Press, Cambridge, 1982.
I.R. Holgate, The Vivarini Workshop and his Patrons, ca.1430-ca.1450, University of St. Andrews, 1999
I.R. Holgate, Santa Monica, Venice and the Vivarini in Art and the Augustinian Order in early Renaissance Italy, ed. Louise Bourdua and Anne Dunlop, Ashgate, Burlington USA, pp.163-181 (TEO C 2183)
I. Holgate, Due pale d'altare di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna: le commissioni per San Moisè e San Pantalon, "Arte Veneta" 57, 2000, pp. 80-91