Category Archives: Arte

18 Luglio 2023: il Compleanno del Club!

Il Presidente del Lions Club Conegliano, Luca Aggio, ha riunito il 1° Consiglio Direttivo Martedì 18 Luglio 2023 perché in quello stesso giorno, il 18 luglio di 67 anni fa, correva l’anno 1956, è stato omologato il Lions Club Conegliano, secondo Club del Distretto 108Ta2. Per celebrare degnamente questo importante evento, il Presidente ha posto sul tavolo 3 gagliardetti per ripercorrere la nostra storia, quello del ’56, quello del Distretto 108Ta degli anni ’70/’80 e quello del Distretto 108Ta2 degli anni ’90.

Il Presidente ha sottolineato con orgoglio l’importanza della storia del Club, sempre improntata al servizio e alla valorizzazione degli ideali lionistici, non dimenticando mai il motto, che unisce tutti i Clubs del Mondo, “WE SERVE”: noi al servizio degli altri. Dal 18 Luglio del 1956, questo motto viene tenuto vivo nei nostri cuori perché il nostro vero obiettivo è aiutare chi è meno fortunato di NOI e la nostra sola ricompensa il sorriso sul volto di chi aiutiamo. “We SERVE”, è il fulcro del Lions di Conegliano che in primis, è una grande squadra di amici.

 

27 giugno 2023: Passaggio del Martello

Ieri sera, 27 giugno 2023, è avvenuta la cerimonia del Passaggio del Martello per il Club Lions di Conegliano.
Franco Loris Catania cede il posto a Luca Aggio che già nel 2006 ha ricoperto questa carica di grande prestigio e responsabiltà.
Ringraziamo di cuore Franco per il lavoro svolto e auguriamo a Luca un anno ricco di soddisfazioni, di service importanti e di buon lavoro con serenità.
Il nuovo Consiglio Direttivo è pronto a sostenere la Presidenza e a coordinare tutte le prossime iniziative umanitarie con la consueta solidarietà che contraddistingue l’operato dei Lions!
Ricordatevelo!!! WE SERVE!!

16 Maggio Grande Concerto al Dina Orsi

È di Conegliano una grande rivelazione canora Elena De Simone, mezzosoprano, diplomata in pianoforte e laureata in Psicologia che si è specializzata nella prassi tardo-barocca, affiancando alla sua carriera di cantante, quella di trascrittrice di manoscritti del XVIII secolo.

Ieri sera, presso l’Auditorium Dina Orsi, si è svolto il concerto per beneficenza, ad opera dei Club Lions della zona.

 

 

Il Club Lions di Conegliano ha fatto da capofila a questo riuscitissimo service, assieme agli altri 4 Club della zona G: Oderzo, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo e Susegana Castello di Collalto. Gli scopi raggiunti con questo Concerto sono stati ben due: raccogliere i fondi per andare incontro ai bisogni di “Oltre l’indifferenza” di Fontanelle, una Organizzazione no-profit rivolta alle persone con disabilità ma, anche, finalmente, dare il giusto tributo ad una compositrice e clavicembalista del ‘700, apparsa a fianco dei più noti Mozart e Baldassarre Galuppi: Maria Teresa Agnesi.

Un grazie sentitissimo al numeroso pubblico affluito in sala, grazie alla Consigliere Regionale Sonia Brescacin per averci onorato della sua presenza, al Presidente di Circoscrizione Giovanni Barbantini, a quello di Zona Mauro Favret per la loro fattiva collaborazione nell’organizzare e coordinare. Grazie a Nuccia Ristagno del Comitato New Voices, al presentatore capacissimo e preparato Roberto Carrer, al Consigliere Comunale di Conegliano Christian Dal Bo e a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte sia nei giorni precedenti che durante la serata. Come raccolta fondi pare essere andata oltre le aspettative.

Elena e il pianista Michele Fontana, anche organista e laureato in Ingegneria, ci hanno regalato una serata eccezionale all’insegna della vera Musica: colta, vibrante e coinvolgente al punto che gli applausi sono durati a molto lungo.

Un concerto da ripetere per tutti coloro che si sono persi una voce così capace di note acute, squillanti al punto di strappare una lacrima di commozione.

I Vivarini

Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 20 febbraio - 5 giugno 2016
mostra a cura di Giandomenico Romanelli

La bottega dei Vivarini è senza alcun dubbio uno dei pilastri portanti della pittura veneziana e veneta tra la metà del Quattrocento e i primissimi anni del secolo successivo. Essa prende il nome, come è noto, dalla famiglia di artigiani e artisti operante nell'isola di Murano soprattutto nel ramo del vetro e delle vetrate ma ricca di esperienze e impegni anche nel settore della decorazione, del mosaico e della pittura.
Gli esponenti che diedero vita e celebrità a questo atelier di stampo familiare ma ricco di seguaci e collaboratori, furono Antonio e il fratello Bartolomeo e il figlio di Antonio, Alvise. Tra il 1440 e per circa un decennio, al capo dell'atelier, Antonio, fu associato il cognato Giovanni di Alemagna, figura di artista ancora oggi non del tutto messa in luce nelle sue competenze e caratteristiche a fianco di Antonio, assieme al quale, per altro, firma una serie di polittici di importanza assai rilevante. Alcuni ritengono che Giovanni abbia curato soprattutto la parte decorativa, lasciando ad Antonio le parti più propriamente pittoriche.
Condivisa inizialmente la caratterizzazione tardo gotica dell'ultimo Trecento veneziano, internazionale e cortese, Antonio Vivarini mostra di essere sensibile alle sollecitazioni toscane e lombarde portate nel veneto da artisti (come Masolino, Lippi, Del Castagno...) aggiornate sulle più recenti ricerche avviate da un incipiente rinascimento ancora sommesso e 'umbratile' (Longhi) ma certo anticipatore della rivoluzione in atto nei centri maggiormente toccati dal nuovo clima.
Nè si può in alcun modo sottovalutare il ruolo giocato dagli artisti attivi a Padova, a iniziare dal grande Donatello. Qui, attorno alla figura atipica e seducente di Squarcione e alla sua vivacissima
cerchia, furono chiamati anche Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna che si trovarono a lavorare accanto a Mantegna, condividendone la passione antiquariale e archeologica che lascerà profonde tracce nella produzione dell'intero atelier.
Antonello da Messina e la pittura nordica e fiamminga costituirono l'altro irrinunciabile caposaldo nella cultura dei Vivarini dove soprattutto Bartolomeo mostra di accogliere suggestioni e indicazioni da un certo realismo a tratti quasi 'espressionista' nei bei volti segnati e scavati dei suoi santi così come in una natura dalle cromie laccate e iridescenti. Il più giovane Alvise, infine, mostra una particolare attenzione all'evoluzione dei linguaggi pittorici veneti a fine secolo e all'esordio del nuovo: da Giovanni Bellini a Carpaccio, da Basaiti addirittura a Giorgione.
La mostra, la prima in assoluto e da sempre dedicata ai Vivarini, intende segnare il percorso artistico di questa straordinaria 'bottega', dagli esordi ancora tardo gotici ai suoi esiti più propriamente umanistico-rinascimentali, attraverso una selezione di opere che consenta di apprezzare l'apporto specifico e inconfondibile del loro lavoro al più vasto universo del primo rinascimento veneziano e veneto, portando opere che possono essere considerate in qualche misura i 'fossili guida' del loro itinerario culturale e d'arte, sia in ciò che essi ebbero a condividere con gli artisti del loro tempo (i Bellini su tutti) sia in ciò per cui essi si distinguono nella loro preziosa rêverie da altre strade e altri filoni pittorici.
Particolare attenzione sarà riservata alla disseminazione delle loro opere su un territorio che è essenzialmente veneto (e si proporranno anche questa volta adeguati percorsi di scoperta e ri-scoperta di opere vivariniane e di loro seguaci sparse sul territorio del coneglianese e della Marca); ma che giunge a toccare le terre adriatiche e, con una presenza massiccia, il meridione d'Italia e, in particolare, la Puglia.

BIBLIOGRAFIA
Rodolfo Pallucchini, I Vivarini (Antonio, Bartolomeo, Alvise), Neri Pozza, Venezia, (1961).
John Steer, Alvise Vivarini. His art and influence, Cambridge University Press, Cambridge, 1982.
I.R. Holgate, The Vivarini Workshop and his Patrons, ca.1430-ca.1450, University of St. Andrews, 1999
I.R. Holgate, Santa Monica, Venice and the Vivarini in Art and the Augustinian Order in early Renaissance Italy, ed. Louise Bourdua and Anne Dunlop, Ashgate, Burlington USA, pp.163-181 (TEO C 2183)
I. Holgate, Due pale d'altare di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna: le commissioni per San Moisè e San Pantalon, "Arte Veneta" 57, 2000, pp. 80-91